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Lotta per i posti a sedere, tradizioni che con il passare degli anni non cambiano di una virgola, ore di chiacchierate con agenti vari ed eventuali, superstizioni e possibili intuizioni: benvenuti alla NBA Summer League.
La rassegna estiva internazionale che ospita negli USA giocatori e addetti ai lavori provenienti da ogni parte del mondo è ufficialmente entrata nel suo momento clou, in occasione dell’edizione di Las Vegas. Per l’Enel Basket Brindisi sono presenti il neo coach biancoazzurro Sandro Dell’Agnello, il DS Tullio Marino e il GM Alessandro Giuliani, ormai un habitué dell’estate a stelle e strisce. Ed è proprio il nostro General Manager a raccontarci da ‘insider’ tutto ciò che occorre sapere sulla ‘Summer League’, dai retroscena più divertenti alle ore trascorse in palestra a visionare dal vivo i possibili colpi di mercato, perché “vi posso assicurare che non è una vacanza amici”.
Ogni estate, al termine dei vari campionati nazionali, i prospetti più interessanti e futuribili della pallacanestro vengono invitati dalle franchigie NBA per disputare try-out, camp e competizioni interne con l’intento di mettersi in mostra davanti agli occhi dei talent scout di tutto il mondo. L’intento principale per i giocatori è naturalmente riuscire a firmare un contratto professionistico in NBA, ma allo stesso tempo sono numerosi i giovani atleti che decidono di compiere il grande salto e sbarcare in Europa.
I GIOCATORI – La scorsa estate ci portò in dote un tris d’assi che nel corso della stagione si è dimostrato di assoluto rispetto. AJ English (poi ceduto a dicembre a Francoforte) Nic Moore e Robert Carter Jr firmarono con l’Enel Brindisi dopo essere stati visionati a pieno regime dal GM Giuliani. Gli ultimi due, che hanno disputato tutta l’annata in biancoazzurro, sono stati inseriti secondi siti specializzati, tra i migliori 10 rookie d’Europa. “Ci sono stagioni in cui magari riesci a firmare 2-3 giocatori – spiega Alessandro Giuliani – altre invece in cui prendi nota e ne tieni sott’occhio per diverse annate, come nel caso di M’Baye. Ormai ho perso il conto delle edizioni a cui ho partecipato, e questo non depone a favore della mia vecchiaia. Nel 2010 firmai i primi atleti che ho portato in Italia, a Biella: Edgar Sosa (vincitore dello scudetto con Sassari nel 2015 e AJ Slaughter (che in carriera ha giocato anche con il Panathinaikos)”.
LA GIORNATA TIPO – “Fino a qualche anno fa era possibile assistere a tre edizioni: Orlando, Salt Lake e Las Vegas, mentre ora le prime due sono in contemporanea. La Summer League di Orlando è chiusa al pubblico e vi possono assistere solo gli addetti ai lavori. Si comincia con calma: tre partite al giorno, la mattina parlo con chi è in Italia, e poi vado a piedi in palestra dalle 12 alle 19. Nettamente differente – continua il GM – la routine a Las Vegas, da me soprannominata “il mercato della carne”. Arene piene, agenti di tutte le razze che ti propongono di tutto e di più. La mattina vado ai camp delle varie agenzie (nei luoghi più improponibili). Dalle 13 alle 21 ci si trasferisce in arena per vedere le partite alla temperatura ghiacciata di 10°. Un incontro ogni 30 minuti nei due campi allestiti. La sera infine torno in hotel per visionare più approfonditamente i video dei giocatori che ho appena visto dal vivo. Sono 7-8 giorni molto intensi”.
ROUTINE E SCARAMANZIA – “Tutto ha importanza in questa kermesse, soprattutto la scaramanzia. Con il mio amico Trainotti, GM di Trento, abbiamo dei veri riti e manie assolutamente da non modificare: stesso hotel, stesso posto dove fare colazione e 2/3 ristoranti al massimo in cui mangiare”.
I RETROSCENA – E ora gli aneddoti più divertenti. “Per farvi capire il mix bizzarro che si può trovare: un giorno un agente invita un gruppo formato da noi italiani a visionare un allenamento in un posto del tutto sperduto, in cui per arrivarci ci perdiamo più volte. Nell’ordine vediamo: due giapponesi, due amici del lungo americano in questione (ex galeotto) e altri tre loro amici presi direttamente dal campo accanto. Bene ma non benissimo! Altro retroscena – racconta Giuliani – è la lotta per i posti. Le arene non hanno molti posti a sedere per cui se vuoi vedere bene da vicino i giocatori devi ‘lottare’, perlopiù con i colleghi spagnoli e israeliani. E’ fondamentale quindi la tecnica dell’anticipo e del tagliafuori!”.
P.s.: “Ok è vero siamo a Las Vegas e immagino cosa tutti possiate immaginare. Giuro però che non ho mai giocato nemmeno una volta alle slot machine o ai tavoli del casino. Strano ma vero!”.
Grazie al GM Alessandro Giuliani a cui auguriamo buon lavoro assieme al coach Dell’Agnello e al Direttore Sportivo Tullio Marino. Da Brindisi a Las Vegas #IOCISONO
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