Top e Flop: i premi stagionali ai protagonisti e alle tappe

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La stagione dell’Enel Basket Brindisi si è chiusa con la mesta trasferta di Venezia che ha frantumato le ultime residue speranze di playoff di una squadra che fra prestazioni esaltanti e clamorosi passaggi a vuoto ha lasciato pensare a quello che poteva essere e non è stato. Inesperienza, supponenza, cattive letture delle partite, ma anche errori dei singoli, debolezza mentale e semplice sfortuna l’hanno fatta da padrone. Nonostante tutto, la stagione non si può dire fallimentare poiché gli obiettivi minimi sono comunque stati raggiunti, quali la tranquilla salvezza e la Final Eight di coppa Italia. Inoltre, quasi tutte le scommesse in termini di roster si sono rivelate azzeccate.

Proviamo adesso ad assegnare dei “premi” immaginari, alcuni in stile NBA altri inventati, sia agli uomini sia alle tappe che hanno caratterizzato questa stagione di alti e bassi.

MVP Stagionale (votato dai lettori): Nic Moore


Lo avete scelto voi. Le sue cifre si riassumono nelle medie di 12.7 punti, 4.2 assist, 2.6 rimbalzi per partita e  47% da 3 punti. Ha iniziato così e così, un po’ per qualche timore reverenziale ed errori di gioventù un po’ per un primo infortunio che lo ha subito messo ko per un mese abbondante e che ha rallentato il suo inserimento nel campionato italiano. Al rientro la squadra ne ha giovato, ma soprattutto Nic ha potuto beneficiare di un maestro d’eccezione: quel Phil Goss preso prima per sostituirlo e poi per prendere il posto di un English balbettante andato poi ad esplodere in altri lidi (a dimostrazione che anche lì Giuliani ci aveva visto giusto). La gran mano da 3 punti si era vista subito, ma il suo potenziale offensivo ci ha messo di più del previsto a venir fuori, fra partite con il limato minutaggio per la cattiva gestione dei falli e iniziative limitate dal fisico (175 cm per 77 kg) e dall’inesperienza; ma dalla partita con Pistoia in poi (dopo una tirata d’orecchie del presidente Nando Marino) qualcosa è cambiato: Moore è diventato un leader molto più nel vivo dei giochi ed un fromboliere devastante. Basta guardare le sue statistiche parziali: fino alla prima di ritorno 9 punti di media con il 38% da 3 e 7 tiri presi a partita; dalla seconda di ritorno fino a fine campionato 17 punti di media con il 54% da 3 e 11 tiri dal campo a partita, cifre che lo incoroneranno come miglior tiratore perimetrale del campionato. Anche negli inspiegabili passaggi a vuoto di Brindisi, nel finale di campionato è sempre risultato fra i migliori, l’ultimo a mollare. Se si vuole costruire su una base solida da cui ripartire il prossimo anno, Nic Moore è un tassello su cui bisogna assolutamente puntare.

Rivelazione dell’anno: Amath M’Baye

Mettendo da parte il calo (sia fisico che mentale) avuto nelle ultime partite di campionato, alzi la mano chi a settembre avrebbe puntato un euro sul fatto che Amath si sarebbe rivelato uno dei migliori giocatori della serie A. Nessuno, vero? Il fatto che provenisse da 3 anni nel campionato giapponese aveva fatto sollevare più di qualche dubbio sul suo impatto nel campionato italiano, nel quale si è rivelato invece devastante, soprattutto nelle prima partite in cui si è trovato un po’ più avanti come condizione fisica. Pur assestandosi col passare delle giornate su cifre più umane, il francese classe ‘89 è stato il miglior marcatore di Brindisi per l’intero campionato con 17.8 punti di media a partita, nel quale ha messo in difficoltà dirimpettai illustri che raramente sono riusciti a trovare modi per arginarlo. Non uno specialista, ma spesso funambolico in difesa dove si è reso spesso protagonista di roboanti stoppate che soprattutto in casa facevano sobbalzare dai seggiolini ed erano in grado di accendere il pubblico come non mai. Preciso tanto da 2  quanto da 3 (57% e 39% rispettivamente), rimbalzista non di professione ma di sacrificio (5.3 a partita) e all’occorrenza anche ispiratore (2.5 assist a partita). Il neo è stato l’essere stato poco lucido in più di un’occasione nelle azioni decisive della partita, soprattutto nel finale di campionato, basti pensare alla partita di Sassari e alla partita contro Pesaro (0/2 ai liberi pesantissimi in entrambe le occasioni). Sono aspetti su cui può lavorare e migliorarsi sperando che voglia farlo ancora con noi, anche se le voci che lo vogliono all’Olimpia Milano sono sempre più insistenti.

Flop dell’anno: Samardo Samuels

E’ un grande dispiacere doverlo riportare come flop, ancor di più pensando che su queste stesse pagine ne avevamo tessuto le lodi dopo una grande prima partita contro Avellino, sia perché speravamo davvero in un gran finale di stagione sia perché ci è piaciuta l’idea che il pubblico fosse trascinato dall’entusiasmo del neoarrivato. Purtroppo però “ Samardone” non solo non ha risposto alle migliori aspettative, ma è anche stato abulico rispetto al gioco dei compagni e raramente nel vivo delle partite. 7.9 punti e 4.5 rimbalzi le sue medie. Positivo solo in 2 delle ultime 6 gare, non ha trovato il ritmo giusto né la giusta condizione fisica (sovrappeso all’arrivo e probabilmente anche nel finale); ha dato sì peso nel pitturato, ha trovato sì canestri estemporanei che in qualche occasione hanno fatto bene, ma escluso l’esordio non è mai stato un vero fattore e soprattutto non ha mai dato l’impressione di far parte  davvero di questa squadra, fra scarsa intesa con i compagni e goffe palle perse e violazioni di passi. Sicuramente è un giocatore non congeniale al gioco di Sacchetti, che ha fatto molta fatica a ritagliarsi uno spazio in uno scacchiere pieno di gente giovane e che ama correre, a differenza proprio di Samardo, giocatore da post basso, sportellate e canestri “sporchi”. Nonostante fossero però evidenti le sue difficoltà, in più di un’occasione ha manifestato segni di insofferenza nei confronti dell’utilizzo particolarmente “dosato” da parte di Sacchetti (17 minuti di media, pochi se si pensa al suo peso tecnico), atteggiamento che lo ha portato ad essere nervoso sia in campo (diversi falli tecnici ed una squalifica che è costata ben 3.000 euro di multa alla società) sia in panchina, dove non faceva nulla per nascondere la sua insoddisfazione per lo scarso utilizzo, più che giustificato, da parte del coach. Dispiace anche dire che se fosse stato nelle condizioni ottimali non sarebbe stato alla portata di Brindisi, ma la società ha tentato comunque il “colpo gobbo” che in questo caso non si è rivelato vincente.

Miglior partita dell’anno: Enel Brindisi – Pasta Reggia Caserta 100-72 (27/12/2016)

La vittoria più bella ed esaltante è arrivata contro gli storici rivali della Juve Caserta, in un Palapentassuglia tutto esaurito per la concomitanza delle vacanze natalizie che ha permesso a tanti brindisini fuorisede, soprattutto giovani, di assistere ad un sentitissimo derby del sud. In un clima rovente come poche altre volte, i ragazzi di Sacchetti hanno messo in mostra una prestazione formidabile, con tanto spettacolo in attacco e tanta energia in difesa dove tutti i giocatori hanno trovato tempo, spazio e modo di esprimersi: dal veterano Goss al giovane Sgobba fino all’esordiente (proprio in quella partita) Blaz Mesicek, che  ha letteralmente stregato il suo nuovo pubblico con assist no look e canestri di pregevole fattura. Un ventello ciascuno per gli arcieri Scott, M’Baye e Carter (quest’ultimo in doppia doppia con 11 rimbalzi) e un risultato mai in discussione, con uno scarto finale di ben 28 punti. Una prestazione praticamente mai ripetuta (anche se la vittoria con Avellino si è avvicinata molto), che forse doveva essere sfruttata maggiormente come iniezione di fiducia e non come appagamento che probabilmente è costato qualche punto nelle successive partite.

Peggior partita dell’anno: Dolomiti Energia Trento – Enel Brindisi 84-48 (22/01/2017).

Una partita mai giocata. Solo il primo quarto degno di nota, per poi prendere un break pauroso nel secondo chiuso sotto di 15. Nel terzo e ultimo quarto una Trento affamata e forte dell’aggiunta di Marble ha continuato a martellare spietata e per Brindisi si è trasformata in un’agonia, con tutti in confusione e con il solo Carter a lottare contro un’avversaria mai doma in una Brindisi del tutto assente. Il passivo di -36 è il più pesante nella carriera di Sacchetti e quello che più si avvicina al peggiore di Brindisi nella storia della serie A, per fortuna senza batterlo: quel -42 contro la Fabi Shoes Montegranaro nella stagione 2010-2011. Sono partite che, se pur possano capitare, feriscono nell’orgoglio. Assolutamente da dimenticare.

“Peggior vittoria” dell’anno: Enel Brindisi – The Flexx Pistoia 86-85 (29/01/2017)

Non è un caso che questa partita sia quella successiva alla nefasta trasferta di Trento. Contro una buona Pistoia, Brindisi vince con un’ansia da prestazione mai vista fino a quel momento, un’ansia generata dalla pesantissima sconfitta della settimana prima ed alimentata dal pesante ambiente creatosi al seguito. Errori grossolani, amnesie e scelte discutibili hanno caratterizzato una partita rognosa, ad inseguire in casa per lunghi tratti e tirata infine per i capelli grazie ad un grandissimo Moore (che spara nell’occasione un 6/10 dall’arco), uno stoico Carter e un bel po’ di fortuna, con la preghiera del Moore pistoiese che non trova il canestro sulla sirena che sarebbe valso la beffa. Una partita tutt’altro che memorabile, ma che in quel momento ha portato 2 punti che hanno saputo tanto di brodino caldo.

“Miglior sconfitta” dell’anno: EA7 Emporio Armani Milano – Cantine Due Palme Brindisi 77-75 (F8, 16/02/2017)

Una sconfitta tanto dura da digerire quanto immeritata. La Final Eight conquistata per il rotto della cuffia pone Brindisi davanti alla favorita Olimpia Milano, che in un primo momento sembra indirizzare subito la partita sulla strada del pronostico, per poi subire il ritorno di una Brindisi trascinata da un coraggio quasi commuovente, con il sempreverde Phil Goss a guidare e ispirare, con 15 punti a testa per Carter, Scott e M’Baye e con una grande prova (la migliore stagionale) di un Donzelli troppo spesso costretto ai box. Il finale è un thrilling straziante, deciso da un canestro sulla sirena di Milan Macvan (convalidato) che ha fatto discutere per giorni sulla sua regolarità o meno (solo nei giorni seguenti Flavio Tranquillo ha trovato il fotogramma che mostra Macvan con la mano sulla palla e la stop lamp accesa). Un finale beffardo che non ha reso giustizia ad una prova gagliarda della formazione brindisina, che nonostante l’eliminazione è uscita vincitrice morale dalla coppa nazionale.

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About Simone Silvestro 62 Articles
Brindisino, classe 1993. Da oltre 10 anni seguo con passione il percorso della New Basket Brindisi raccontando le vicende della stessa. Dal dicembre 2016 collaboro con la trasmissione radiofonica "Riccio Basket" in onda su Radio Ciccio Riccio nel ruolo di bordocampista. Prediligo il basket ma seguo con interesse anche tanti altri sport, nei quali mi affascinano tutte le storie che ne derivano.

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