Coach Piero Bucchi a 360°: “Brindisi mi ha subito colpito”

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Prima dell’impegno contro l’Umana Reyer Venezia, coach Piero Bucchi nell’intervista realizzata da Terzo Tempo, ha parlato dei suoi 4 anni a Brindisi, dell’esperienza dell’ EuroChallenge e tanti altri argomenti tracciando così anche un bilancio personale della sua guida sulla panchina dell’Enel Brindisi:
Bucchi Terzo Tempo Enel Brindisi

Come è andata nella coppa sino a questo momento la squadra?
“Nella coppa è andata bene, abbiamo sofferto tra metà Gennaio e metà Febbraio, abbiamo avuto un mese difficile, la squadra ha accusato un po’ di fatica sia fisica e mentale ma credo che ci siamo ripresi. La squadra sta meglio sia fisicamente e mentalmente quindi affrontiamo questa parte della stagione con fiducia, consapevoli che difronte abbiamo sempre avversari molto buoni ma le affrontiamo con rinnovata fiducia.

Impegno con il Nanterre nella Last 8:
“Nanterre è una squadra molto buona, è seconda in campionato, ha tradizioni importanti in coppa, l’anno scorso hanno fatto l’EuroLega. Loro avranno il fattore campo a loro favore quindi dobbiamo fare un’impresa, siamo consapevoli che sarà dura ma la nostra squadra in trasferta non ha timori, siamo abbastanza spregiudicati, non soffiamo le trasferte e per assurdo abbiamo fatto a volte le migliori partite in trasferta. Consapevoli che sarà dura perchè loro sono una compagine molto fisica, atletica ma ce la giocheremo. Superare il turno sarebbe qualcosa di starordinario”

Esperienza dell’EuroChallenge:
“L’Eurochallenge è un’esperienza diversa ma per questo affascinante che può arricchire la società e i giocatori che la fanno. Alla squadra piace molto giocarla perchè magari si allenano meno sotto le mie grinfie e preferiscono giocare più partite. Ovviamente toglie energie fisiche e nervose e bisogna saper soffrire e saper sopportare i momenti di calo e flessione durante la stagione, in quel momento lì è importante non farsi prendere da timori e frenesie o da eccessiva demoralizzazione perchè con il lavoro se ne esce fuori”

Bilancio personale dell’avventura a Brindisi:
“In 4 anni il mio bilancio personale, consapevole che la squadra ha un budget normale, siamo riusciti a fare sempre qualcosa in più di quello che la società mi prefissava come obiettivo”

Per il momento hai rimosso nel cuore dei tifosi bianco-azzuri Piero Pasini, capace di centrare 2 promozioni e avere un’esperienza decennale negli anni , ora dipende da te e dalla tua squadra:
“La squadra è orgogliosa, spesso sono stati etichettati come mercenari ma su questo mi sento di dissentire perchè sono ragazzi che hanno voglia di lavorare, han voglia di difendere i colori della maglia. Con il basket moderno e i contratti moderni è difficile che ci sia affezione verso la maglia e la città. E’ difficile però l’importante che loro abbiamo una mentalità che gli accomuna nel cercare un obiettivo che sia personale ma che si sposi con quello della società”

Il giocatore che l’ha più impressionato?
“Con Dyson lo scorso abbiamo preso un rischio perchè era una guardia e l’abbiamo trasformata in playmaker ed è stata una scommessa vinta. Lo stesso Pullen è un talento eccellente così come Jonathan Gibson, Cedric Simmons etc. Per fortuna in questi 4 anni abbiamo avuto sempre giocatori buoni che siamo sempre riusciti a portare a Brindisi. I primi 5 di ogni annata erano sempre giocatori di buon livello poi è chiaro che abbiamo avuto problematiche e periodi di fortuna ma il bilancio è positivo”.

Perchè ha scelto Brindisi 4 anni fa?
“Dopo Milano avevo bisogno di una piazza che potesse serenamente pensare a programmare, non volevo aspettare l’esonero di qualche collega ed entrare a stagione in corso. Avevo voglia di provare a costruire da un passo indietro che potesse coinvolgermi anche emozionalmente. Quando giocai a Milano e con Milano contro Brindisi, vidi sugli spalti la curva piena di tifosi brindisi e mi aveva abbastanza colpito. Quando il mio procuratore mi propose un po’ timidamente di fare l’A2 con Brindisi pensava che lo mandassi a quel paese invece pensai era la scelta giusta per poter ricostruire qualcosa anche personalmente. Qualcuno mi prese per pazzo ma il tempo mi ha dato ragione. Il mio obiettivo era di consolidare Brindisi nella pallacanestro che contava, lo dissi nella prima conferenza stampa, e credo che ci stiamo riuscendo e anno per anno stiamo anche cercando di migliorarci”.

Lavoro della società:
“La società ha lavorato sempre bene negli anni. E’ una febbre e una malattia che corre a Brindisi per la pallacanestro ed è un’entusiasmo che effetivamente da la possibilità di lavorare e di restare in A1. Grazie anche a l’Enel ma anche soprattutto al presidente, ai soci, a tutti coloro che mettono soldi, entusiasmo per la pallacanestro a Brindisi”.

Questione Palazzetto:
“Il palazzetto è una piaga. La città se lo merita. Non gratificare i tifosi e la città, che è così appassionata con una struttura adeguata è davvero un grandissimo peccato. Io sono solo di passaggio ma sono affezionato alla città e ai tifosi, ma faccio un appello al sindaco e a tutti coloro che possono metterci le mani perchè Brindisi possa avere una struttura adeguata non solo per eventi sportivi”.

Cali nel girone di ritorno:
“Il primo anno facemmo bene fino ad inizi di febbraio, poi è vero avemmo un calo da marzo in poi. L’anno scorso siamo stati campioni d’inverno ma secondo voi con: Bulleri infortunato, Formenti fuori 3 mesi per infortunio, con giocatori che sono venuti non di prima fascia, con tutto il rispetto, l’affetto e la stima per Umeh, Jackson e Chiotti potevamo confermare il titolo di campione d’inverno anche a fine stagione? Abbiamo finito al 4° posto a parimerito con Sassari, è stata una grandissima stagione, abbiamo fatto un buon girone di andata e di ritorno, l’anno scorso il calo non c’è stato, ma era impossibile confermare il 1° posto con tutte quelle problematiche e anche per la squadra che avevamo. Quest anno non so come andrà a finire, sono ottimista, per ora siamo in linea con gli obiettivi, e abbiamo ambizione di continuare ad andare avanti”.

La Zona:
“Con la zona abbiamo vinto contro Venezia, a Pesaro ci hanno fatto 30 minuti di zona e abbiamo vinto, anche in Romania e abbiamo vinto. Qualche volta la vinci contro la zona o la vinci con la zona e qualche volta la perdi ma sto fatto della zona non la capisco”. 

Obiettivi futuri?
“Non posso fare promesse, abbiam voglia di fare bene e non ci accontentiamo mai. Giochiamo partita per partita perchè non voglio dire cose che poi non vengono mantenute, mi dispiacerebbe. Prometto che daremo il massimo”.

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Andrea Romano
Andrea Romano
Brindisino, classe 1990. Dal 1° Dicembre 2013 cerco di raccontare al meglio tutto ciò che riguarda la New Basket Brindisi. Da Giugno 2015 inoltre collaboro con Basketnet.it. mentre da Giugno 2016 anche con SuperBasket. Dall'Aprile 2014 al Febbraio 2015 invece ho collaborato con BasketUniverso.it.

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