Final Eight | La cornice e l’evento: cosa ci portiamo via insieme a questa Coppa Italia

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Al termine della quattro giorni di queste Final Eight ci lasciamo alle spalle una competizione che dal punto di vista del risultato finale non ci ha portato una vincitrice a sorpresa: ha vinto quella che doveva vincere, la favorita Olimpia Milano. Ha vinto senza brillare, se non nella finale dove la forza di una squadra lunga e costruita da giocatori vincenti ha fatto la differenza, con le stelle Hickman e Sanders (non nuovo a questo trofeo) che hanno letteralmente saputo trascinarla nel momento più difficile.

Se però da un parte si è vista la vincitrice che ci si aspettava, fra le concorrenti e nella cornice dell’evento si è visto tanto altro, a cominciare dall’avanzare di più di una squadra contro i pronostici: Brescia ha eliminato la ben più accreditata Venezia, e Sassari ha eliminato quell’Avellino che tutti iniziavano a considerare l’anti-Milano, anche pensando al possibile impiego del neoarrivato David Logan (proprio un ex, e che ex!) in caso di finale.

La stessa vincitrice del trofeo però, a dispetto del risultato previsto, ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per portarlo a casa. A cominciare proprio dalla combattutissima partita contro la nostra Brindisi (che ancora brucia), con un tap in di Macvan arrivato talmente al limite da farne ancora discutere a distanza di una settimana, episodio che ha scomodato persino un mostro sacro come Flavio Tranquillo, che ha voluto personalmente analizzare l’azione con il proprio materiale per poi constatare l’esistenza di un fotogramma che certifica l’irregolarità (assolutamente impercettibile senza strumenti avanzatissimi) del canestro decisivo; a proseguire da una vittoria anch’essa maturata nelle ultimissime azioni della partita contro una mai doma Reggiana; a finire con la vittoria in finale contro Sassari costruita solo nella seconda parte di gara, con una grande reazione d’orgoglio e di forza dopo essere stata addirittura sotto di 11 nel punteggio. E’ l’ennesima dimostrazione che anche essere i più forti da solo non basta se ci si gioca tutto in 40 minuti da dentro o fuori, ed è esattamente ciò che rende così affascinante questa competizione.

Mai come quest’anno infatti la coppa Italia è stata caratterizzata da una costante: le partite punto a punto. Non è sempre stato così, basta sfogliare qualche video degli anni precedenti per rendersene conto. Sarà stata forse l’atmosfera di festa che si è respirata in una sede inedita per le Final Eight come poteva essere la fiera di Rimini?

Al momento dell’assegnazione di questa sede in parecchi hanno storto il naso, pensando alla Rimini dal punto di vista cestistico (attualmente in Serie B) e credendo più adeguate le classiche sedi come il Forum d’Assago, il PalaDesio o l’Unipol Arena. La scelta si è rivelata invece azzeccata, come ha confermato il numero uno di Legabasket Egidio Bianchi, che oltre a sottolineare il consistente numero di biglietti venduti non esclude una prossima edizione proprio in questa sede.

Sicuramente restano da migliorare molte cose, come cercare di fare tribune un po’ più large e in sicurezza, limitare i movimenti da una tribuna all’altra (era possibile andare nella tribuna della squadra avversaria quasi indisturbati) e rendere più facile il movimento per i tifosi che assistevano a più partite, costretti a volte a dover uscire dall’impianto e dover rifare la fila pur avendo il biglietto per entrambe le gare in programma. Al netto di qualche disservizio migliorabile, il clima e la circostanza sono state all’altezza dell’evento. La sede così “neutrale” ha permesso un’affluenza di pubblico di proporzioni simili di diverse squadre: scontata, per motivi logistici, la presenza massiccia di tifosi reggiani; molto meno, per gli stessi motivi, quella così abbondante di avellinesi e brindisini giunti a centinaia per sostenere la propria squadra anche in un giorno lavorativo. Menzione a parte meritano i tifosi bresciani, che a seguito della sconfitta maturata in semifinale contro Sassari hanno dato vita ad una scena romantica: per oltre venti minuti dopo la partita sono rimasti a cantare, cantare, ringraziare e ancora cantare per i propri beniamini che sono andati oltre ogni aspettativa, a partire dalla stessa qualificazione ad arrivare al giocarsi fino all’ultimo minuto la finale della seconda massima competizione italiana. Il pianto di commozione di coach Diana è la testimonianza di quanto sia genuina la loro passione.

Fra i tifosi in generale si è respirato amore per la propria squadra e rispetto per il tifoso avversario con scene come scambi delle sciarpe, amicizie nate nel post partita e unioni nel tifo per le successive partite. Il tutto è stato facilitato dalla presenza dell’ampia “fan zone” gratuita presente nella fiera vicino a quello che per l’occasione è diventato il “PalaFiera” di Rimini, luogo che ha raccolto tifosi, giornalisti, giocatori, e personaggi come Carton Myers e Gek Galanda a condividere il bello del vivere il basket attraverso attività di gioco, intrattenimento, quiz, mercatini e iniziative come il breve show de “La serata tipo”, iniziativa di Raffaele Ferraro de “La giornata tipo” al quale hanno partecipato anche Peppe Poeta e Riccardo Pittis all’insegna dell’autoironia.

Insomma, la strada è quella giusta. La circostanza è di quelle che può facilmente coinvolgere anche chi non è propriamente un appassionato di basket, che in un contesto del genere, chissà, potrebbe diventarlo.

E allora, insieme alla coppa ormai assegnata, ci portiamo via anche tutte queste belle ragioni per cui questi eventi fanno del bene alla pallacanestro.

Foto: Vito Massagli

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Simone Silvestro

Brindisino, classe 1993. Da 10 anni seguo con passione il percorso dell'Enel Basket Brindisi e coltivo il mio interesse raccontando le vicende della squadra della mia città. Dal dicembre 2016 collaboro con la trasmissione radiofonica "Riccio Basket" in onda su Radio Ciccio Riccio nel ruolo di bordocampista.

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Brindisino, classe 1993. Da 10 anni seguo con passione il percorso dell'Enel Basket Brindisi e coltivo il mio interesse raccontando le vicende della squadra della mia città. Dal dicembre 2016 collaboro con la trasmissione radiofonica "Riccio Basket" in onda su Radio Ciccio Riccio nel ruolo di bordocampista.

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